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2-ISTORIA RAMANE PASIUNEA MEA NR-1!
Il monte Tifata, per la sua posizione strategica, accanto alla grande e fiorente città di Capua, spesso ha avuto un ruolo rilevante nella storia di Roma.
In questo approfondimento, vi parlerò della battaglia che ivi si combattè fra due opposte fazioni romane: sillani contro mariani.
Di questo scontro ci viene riportato un resoconto preciso da Appiano (Bel.civ. I, 83), Plutarco (Vita di Silla. 27.6) e Velleio Patercolo (Storia romana. II.25)
Ci troviamo nell'83 a.C. La guerra civile fra Mario e Silla sta per giungere al termine. Mario e Cinna sono morti e solo i due consoli in carica, Gaio Norbano e Scipione Asiatico, restano come unico ostacolo per Silla che, intanto, dopo aver sconfitto Mitridate, re de Ponto, è ritornato in Italia, deciso a riprendere il potere e vendicarsi. Silla marcia lungo la via Appia da Brundisium fino in Campania. Ed è li che i due consoli lo attendono per sbarrargli la strada per Roma.
Mentre Scipione Asiatico si è attestato a Teanum, Norbano ha schierato le sue truppe nell'area fra Capua, Casilinum ,dove vi è un ponte sul Volturno che collega la via Appia alla via Latina, e il monte Tifata.
Plutarco racconta che, prima dell'arrivo di Silla, sul Tifata si era avuta l'apparizione di due caproni che combattevano. I due animali, man mano si erano librati nell'aria e, ad un certo punto, erano svaniti . Secondo lo storico greco, è proprio in quel punto che si scatena la battaglia.
Plutarco e Velleio Patercolo raccontano che Silla, mentre con le sue legioni sta risalendo il Tifata, verso Casilinum, costeggiando Capua, si imbatte nell'esercito di Norbano che, fuori formazione, non si aspetta un attacco. Silla ne approfitta e, senza alcun particolare piano di battaglia e confidando sull'entusiasmo e sul coraggio dei suoi soldati, li manda all'attacco. Le forze del console vengono sbaragliate. Si parla di 7000 morti e 6000 prigionieri a fronte di 124 deceduti fra le fila sillane. Norbano riesce a fuggire e si asserraglia entro le mura di Capua. Silla non assedia la città e prosegue verso Teanum.
Tale decisione può essere una prova della particolare consistenza delle mura cittadine che avrebbero reso difficile un assedio. Oltretutto Norbano poteva contare su pochi soldati sopravvissuti e Silla reputò inutile impegnarsi in quell'ulteriore attacco.
Dopo questa vittoria, secondo Velleio Patercolo, Silla rese omaggio e fece voto di riconoscenza alla dea Diana alla quale era consacrato il monte Tifata, dove vi era un grande tempio a lei dedicato. Il condottiero ribadì la consacrazione alla dea del Tifata e delle terre circostanti oltre che delle acque ivi presenti, rinomate per la loro salubrità. Questo atto fu suggellato da un'iscrizione sulla porta del tempio e una tavoletta di bronzo al suo interno.
Ancora oggi i resti del Tempio di Diana sono visibili sotto la Basilica di Sant'Angelo in Formis. A Santa Maria Capua Vetere, le vestigia dell'Arco di Adriano, anche se successivo, segnano parte del perimetro delle mura occidentali entro le quali riparò Norbano. Più avanti, a pochi chilometri vi sono i resti del ponte romano che il console non riuscì a difendere, aprendo a Silla la strada per Roma
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